Entro nel mio piccolo museo dei mulini e sto bene.
Lasciatemi qui, che respiro aria buona, aria di grano buono, di farina pura, aria di persone con la schiena china, come mia nonna Teresina, persone che hanno trascorso la loro vita lavorando, faticando di giorno e di notte, ma sempre col sorriso e la battuta pronta, arguta, fine, come fini erano le loro belle teste. Gente con la terza elementare che ha costruito, ha fatto fatti: poche chiacchiere, se non di sera, nella stalla al calduccio, tutte insieme a condividere la vita, le donne, in osteria a bere qualche boccia di vino nero e a giocare a carte gli uomini. Io ricordo tanto e quel tanto lo ritrovo qui, in mezzo ai mulini, alle macine, alle macchine che nettavano il grano, alle pale mezze rotte, alle tigelle di terracotta, ed è l’odore del legno dei macchinari impregnato di farine e di racconti che satura fantasticamente oggetti, muri e me. Il posto del cuore.
Costanza
Scuola di Pane
grazie per le meravigliose foto a Valentina Gallimberti Ballarin
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